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Dalla raccolta differenziata al riciclo: il passaggio nella Toscana centrale

economia-circolare-1-770x439_cAlessia Scappini, amministratore delegato di Alia Spa, ha rilasciato un’intervista ad ARPAT sul tema “visione strategica per la gestione dei rifiuti nella Toscana centrale”, nella quale ha trattato anche l’argomento riciclo. Ecco il passaggio, ripreso da ARPAT News.

Dalla raccolta differenziata al riciclo: quanti rifiuti vengono concretamente riciclati ? Quanti impianti di riciclo esistono nella nostra regione e cosa sta facendo Alia per implementare il modello di economia circolare?

Il pacchetto sull’economia circolare proposto dall’Unione Europea abbraccia molto bene il progetto industriale adottato da Alia volto alla costruzione delle filiere di riciclaggio e per farlo ci siamo dati due obiettivi: il primo teso ad aumentare la qualità della raccolta differenziata; l’altro, invece, a superare un modello che vede gestore e industriali operare per compartimenti stagni, anziché in sinergia.

Facciamo alcuni esempi pratici. La filiera del riciclo del vetro è una delle più consolidate a livello territoriale: due anni fa Alia ha creato un’azienda, chiamata VetroRevet, con un partner industriale, Zignago, che ha implementato la quantità del materiale riciclato. Già prima dell’accordo si riciclava oltre l’80% di questo materiale, con questa nuova realtà industriale siamo riusciti a recuperare anche quelle frazioni di vetro che prima andavano perdute, come il rottame di vetro, che, se è in pezzatura piccola, è difficilmente recuperabile. Ora, questo vetro fine, spesso sporco, viene recuperato grazie a questa nuova società, rendendo possibile recuperare un ulteriore 12% di vetro. Abbiamo così ottenuto una maggiore valorizzazione del materiale raccolto ma anche un minore conferimento in discarica ed anche se il costo industriale è importante, il vantaggio collettivo è comunque molto soddisfacente.

Questo è il tipo di approccio che stiamo perseguendo in tutte le filiere di raccolta differenziata.

Tra le filiere meno appetibili c’è quella della plastica, anche per via della complessità normativa: COREPLA, infatti, si occupa solo degli imballaggi in plastica ma tutto il resto rimane fuori dalla raccolta differenziata.

La frazione estranea nella raccolta della plastica pesa tantissimo, qualsiasi frazione estranea, organica o non, inficia l’attività di riciclaggio della plastica, che è molto complessa ed è infatti effettuata selezionando i polimeri. Se una frazione di vetro si incastra in un pezzetto di plastica, quest’ultimo non è più recuperabile. Per migliore la qualità in questa specifica filiera è importante passare dal cosiddetto multi-materiale pesante a quello leggero (senza vetro) ed avere dei sistemi a valle che non mescolino o compattino questo tipo di rifiuto, in modo da selezionare il più possibile le singole tipologie di plastica e renderne praticabile l’attività di riciclo.

Su questa filiera siamo al 42 – 45% di riciclaggio effettivo, quindi c’è ancora molto da lavorare.

Abbiamo poi tutta una serie di plastiche miste, come il nylon, i sacchi con etichette, con nastro isolante o tutti i poliaccoppiati non facilmente distinguibili: tutto questo rappresenta il “mondo del plasmix (plasmix vuol dire plastiche miste), che incide per quasi la metà della raccolta differenziata della plastica, è difficilmente recuperabile e potrebbe essere facilmente utilizzato come CSS per il suo importante potenziale combustibile.

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Anche su questa tipologia di rifiuti, Alia Servizi Ambientali si è posta il problema del riciclaggio di questi imballaggi in plastica, creando una sinergia industriale con Montello SpA di Bergamo, che recupera queste plastiche miste (plastmix) sviluppando uno specifico granulo da queste plastiche, aumentano in questo modo il riciclaggio, che raggiungerà il 65 % .

Per quanto riguarda invece la carta, dove esiste una filiera consolidata anche nella nostra regione, recentemente sono sorti dei problemi. Prima di Natale, infatti, l’asta della carta, per la prima volta, è andata deserta, a dimostrazione che raccogliere grandi quantitativi di carta senza avere delle strutture in grado di accoglierli e gestirli rende l’intero sistema debole.

Bisogna rendere attrattiva questa filiera e le tipologie di carta che riusciamo a produrre. Oggi, nella nostra regione, abbiamo realtà imprenditoriali medio-piccole molto parcellarizzate che fanno la distinzione solo tra carta e cartone ma questo non è più sufficiente.

Bisogna creare un sistema in grado di selezionare le diverse tipologie di carta: la carta stampata, quella lucida, il cartonato ondulato, cartone più spesso e cosi via, finalizzandola al tipo di carta che si deve produrre. Per fare questo, abbiamo creato ReAl con il gruppo ReLife SpA, a cui appartiene anche Benfante, gruppo solido che opera, da molto tempo, nel settore del recupero della carta da macero, così da essere in grado di recuperare le diverse frazioni di imballaggi in cellulosa, puntando all’obiettivo di recuperare oltre il 90% di questo materiale.

Con riferimento, infine, all’organico, Alia raccoglie 211 mila tonnellate/anno. L’obiettivo è quello di fare compost di qualità, molto richiesto soprattutto in agricoltura ma possiamo anche produrre dalla stessa frazione organica bio-metano, ovvero un bio-carburante creato dagli scarti dell’agricoltura da utilizzare nell’auto trazione.

Oggi sono in fase di autorizzazione due impianti che si occuperanno di questi processi, uno a Montespertoli e l’altro a Peccioli, in sinergia con la società Belvedere.

Gli scarti di tutte queste filiere di raccolta differenziata nonché l’indifferenziato, che contengono molti scarti plastici, tessili e sintetici, hanno un valore energetico che può essere valorizzato per creare carburante in un impianto industriale come quello di Eni, a Livorno. La Regione Toscana, prevedendo questa opportunità nel suo nuovo piano di gestione dei rifiuti, ha dato un ulteriore slancio al modello di economia circolare.

Rimane da gestire la parte degli inerti, che vengono da sistemi di trattamento meccanico, quindi non rimane altro che destinarli alla discarica, ma la percentuale sarà ridotta, entro il 10% come richiesto dalla nuove direttive dell’UE.

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I cartoni della pizza, i tovaglioli usati e il foglio d’alluminio vanno gettati nella carta? E invece... la mia tazza da caffè rotta, la lampadina fulminata e la vecchia pirofila in pyrex devo gettarli nel vetro? E i piatti di plastica? Compila il questionario e scopri quanto sei informato!

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